L’interazione tra persone, l’etica dei rapporti, la solidarietà, l’educazione al senso di responsabilità hanno qualcosa a che vedere con l’uso del computer a scuola?
Questo mezzo, espressione di un processo tecnologico in continuo autosuperamento, che si origina e cresce in ambiti della scienza, della tecnologia e del pensiero apparentemente così lontani e distinti dalla cultura umanistica e pedagogico didattica dei docenti della scuola di base, può supportare e connettersi con i valori, i contenuti e i linguaggi di quella tradizione culturale? Può aprire nuove prospettive di creatività e di esplicazione di qualità umane di cui siamo spesso inconsapevoli portatori?
E può il computer, che parrebbe più idoneo ad accentuare l’artificiosità nella vita di oggi, l’aridità intellettuale, l’allontanamento dalla realtà, dalla natura e dalla poesia, essere invece un potente mezzo di indagine della realtà e, più ancora, della nostra stessa realtà personale?
Le risposte a queste domande, implicite nel volume di Falcone e Sica, sono positive: il racconto di esperienze maturate presso una scuola dell’area milanese mostra come, anche con mezzi semplici, le tecnologie digitali si possono integrare nei processi di insegnamento-apprendimento, con risultati talvolta sorprendenti, favorendo la collaborazione, stimolando la creatività, modificando in profondità i rapporti degli studenti fra loro e con gli insegnanti. Un’esperienza su cui riflettere, in particolare in questo momento in cui il cambiamento della scuola italiana sembra procedere con traguardi poco chiari e modalità confuse.