La ricerca è stata condotta da Assintel, Associazione Nazionale Imprese Servizi Informatica Telematica Robotica Eidomatica, e Fed, la Federazione per l’economia digitale. Il campione era di 1.000 imprese nazionali con almeno 10 dipendenti. Secondo lo studio, il 98,7% delle aziende è collegato ad Internet e il 72,6% possiede un proprio sito che utilizza, in via principale, per offrire una vetrina dei propri prodotti (nel 73,6% dei casi) e un catalogo approfondito (38,7%).
In maniera decisamente inferiore il sito viene usato per garantire la possibilità di inoltrare ordini (20,9%) e effettuare pagamenti on line (13,2%).
Questi dati, hanno commentato i responsabili dell’indagine, dimostrano, da un lato, la volontà di portare a conoscenza di una platea amplissima il frutto del proprio lavoro e, dall’altro, di una minore aggressività nella vendita on-line.
In base ai giudizi rilasciati dalle società, la mancata attenzione dei clienti verso le vendite in rete risiede nella paura per la scarsa sicurezza dei dati e dei pagamenti (forti sono le preoccupazioni riguardo l’intercettazione dei dati relativi alla carta di credito), nella mancanza di cultura informatica e nella scarsa diffusione dei computer collegati a Internet.
Rispetto al problema del pagamento e alle questioni di sicurezza, le imprese scelgono metodi diversi per assecondare la fiducia del cliente. Il 54,5% delle imprese contattate offre la possibilità di pagare con carta di credito – protocollo SSL -, il 34,5% quella di un bonifico, il 9,1% quella di pagare con carta di credito – protocollo SET – e ancora il 9,1% quella di pagare con Pagobancomat. Il 32,6% ha richiesto una certificazione di qualità dei siti
Al Sesto Forum Italiano sul commercio elettronico, svoltosi il 30 maggio a Milano presso Palazzo Castiglioni, si è parlato a fondo di applicazioni per l’e-business, di sicurezza, firma digitale, smart card, ecc. La discussione ha interessato anche il futuro dei portali commerciali e le possibilità di business on line per le PMI.