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La Francia frena sull’UMTS

02 Febbraio 2001

La Francia frena sull’UMTS

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“Rivedere il calendario” per l’introduzione dell’UMTS. Questa la richiesta francese ai partner europei in vista della partenza, prevista il 1 gennaio 2002, della telefonia di terza generazione. I francesi sono …

“Rivedere il calendario” per l’introduzione dell’UMTS. Questa la richiesta francese ai partner europei in vista della partenza, prevista il 1 gennaio 2002, della telefonia di terza generazione.

I francesi sono in ritardo per l’assegnazione delle licenze, dopo il “flop” della gara d’asta, non ancora partita, ma già morta sul nascere.
L’ultimo colpo lo ha inferto Bouygues Télécom, la giovane company francese di telefonia cellulare, rinunciando a presentare la candidatura perché considera “dissuasive” le condizioni di chiamata all’asta.

Troppo alto il prezzo di ingresso e, dunque, poco conveniente partecipare. Anche perché la giovane company vuole puntare su altre tecnologie come il GPRS e l’EDGE che, permettendo anche connessioni permanenti a Internet con i telefoni cellulari, al contrario dell’UMTS, non necessitano di nuove reti.

“Queste alternative – spiegano dalla Bouygues Télécom – permetteranno di proporre più rapidamente offerte a costi competitivi e attraenti per un ampio pubblico”.

Conseguenza della scelta, rimangono sul campo solo due società: France Télécom e Vivendi Universal (SFR). Il governo francese, anche su sollecitazione dell’Unione europea, vuole assegnarne quattro.

Dunque, tutto da rifare e i tempi si allungano.

A sobbarcarsi il peso della richiesta di slittamento è stata l’ART, l’autorità francese per la regolamentazione delle telecomunicazioni che, in un comunicato dopo un’affollata conferenza stampa, spiega le ragioni.

Innanzi tutto, si lava le mani sulla faccenda degli importi di base d’asta e spiega che è stato il governo francese a scegliere l’ammontare, così come il numero di licenze da assegnare e i criteri di selezione.

“Se altri stati membri hanno effettuato la scelta delle aste come metodo di selezione in assenza di un’armonizzazione comunitaria – spiega l’ART – si deve constatare che tenuto conto delle rapide evoluzioni dell’ambiente economico, finanziario e tecnico, tutti i paesi sono di fronte a situazioni difficili”.

“La situazione oggi constatata in Francia, come in Europa – continua il documento – riflette la tensione che risulta da un calendario stabilito avendo una prospettiva industriale ottimista, tradotta nella decisione comunitaria del 1998. Ora, le analisi finanziarie e le realtà tecniche conducono a rivedere questo calendario”.

Una scelta presa nel 1998 (partire con l’UMTS entro il 1 gennaio 2002) in modo troppo superficiale, dunque, e che va rivista.
Come dargli torto?

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