La BCE sta prendendo in considerazione una proposta della Hitachi, che prevede l’inserimento, all’interno di ogni banconota, di un RFID (Radio Frequency Identification) tag, cioè un dispositivo elettronico in grado di contenere un identificativo della banconota stessa, in modo da renderne molto più difficile la contraffazione e facilitarne il controllo da parte dei commercianti. Anche contare le banconote diventerebbe molto più rapido.
In futuro, i tag potrebbero anche essere in grado di registrare “la storia” di ogni singola banconota.
Una novità di questo genere non può non destare preoccupazioni riguardo alla privacy.
Molte associazioni di consumatori si sono già opposte all’introduzione di simili tecnologie, il cui impiego può invadere pesantemente la vita privata di ogni cittadino.
Un problema simile si è già posto quest’anno in seguito agli annunci, da parte di Gillette e Benetton (quest’ultima, però, successivamente ha smentito la notizia), di ricorrere a chip di tracciabilità RFID per individuare il singolo prodotto dalla fabbrica al negozio, sino a che non vengano disattivati, al momento della vendita al consumatore finale, con il passaggio attraverso la cassa.
L’impiego dei tag, secondo Benetton e Gillette, avrebbe migliorato la produzione, facilitando l’effettuazione degli inventari e migliorando la gestione degli stock; sarebbe stato anche utile per prevenire i furti.
Intanto, Wall Mart, un’importante catena di supermarket, ha recentemente chiesto ai propri maggiori fornitori di dotare i prodotti di tag RFID.